Il 1° sogno proibito di Donato: Leak Stereo20 (amplificatore vintage)

Con il Rogers Cadet MkII ed il Quad II, non ci può essere altro amplificatore valvolare più popolare negli anni 60 quanto il Leak Stereo20. Introdotto nel 1958, il Leak Stereo20 ha utilizzato gli stessi circuiti di base di tutti gli amplificatori Leak. Il primo di questi era il Leak TL12 mono, il secondo fu il Leak TL10, in grado di riprodurre la musica con una percentuale di distorsione dello 0,1% fino a cinque watt. Alla conclusione degli anni 50, la Leak ha riprogettato tutta la gamma: c’erano il Leak TL12+ con le EL84s, il Leak TL25+ con le EL34s, e il più potente dei tre, il LeakTL50+ che usava le KT88s. La cosa triste è che più grandi e potenti erano, più suonavano male e goffi. Il Leak TL12+ rimase il migliore fra tutti, il Leak TL50 il peggiore fra tutti, e di molto !!. Per quanto riguarda il Leak TL25+, ha lo stesso trasformatore in uscita di base che utilizzava il Leak TL12, era solo leggermente potenziato. Allo stesso tempo nel 1958, anno in cui si sviluppo la stereofonia, la Leak lanciò due amplificatori in versione stereo, il Leak Stereo 20, un push pull di EL84, e il Leak Stereo50, un push pull di EL34. Negli anni sessanta la Leak ha migliorato lo Stereo50 che non era apprezzato quanto lo Stereo20 a causa del suono molto duro e affaticante e quindi fu sottoposto a modifiche; la nova versione dello Stereo50 venne ribattezzata Stereo60. IL Leak Stereo20 è stato ed è ancora oggi uno degli amplificatori più musicali e affidabili mai costruiti in campo audio a riprova del grande successo commerciale Leak. Fu venduto in migliaia di esemplari a conferma della sua bontà di costruzione e progettazione. Eroga 11 Watt di potenza effettivi ed è composto da due distinti canali che hanno in comune il circuito di alimentazione. Il suono prodotto da questo finale stereo è alquanto raffinato e armonioso attraverso una limpidezza e ariosità davvero notevoli. E’ equipaggiato da 8 valvole Mullard così disposte: 3 doppi triodi in ingresso del tipo 12AX7/ECC83, 4 pentodi di potenza EL84 e una raddrizzatrice GZ34. Risulta notevolmente compatto e ben dimensionato, con una disposizione dei componenti sul telaio molto razionale. Lo Stereo 20 ha solo un piccolo problema potenziale: il trasformatore di alimentazione se pur funzionando benissimo è stato calcolato per andar a pennello su questo amplificatore, e non è quindi sovradimensionato. Potrebbe accadere che in giornate particolarmente calde e dopo un lungo utilizzo, il TA cominci a perdere la cera che vi è nel suo interno a causa del surriscaldamento. E’ una possibilità remota, molto remota, ma credo sia giusto menzionarla.

                           

 

 

 


Il 2° sogno proibito di Donato: Lecson FM1 & FM2 (sintonizzatori vintage)

La società Lecson Audio è stata fondata nel 1972 e ha aperto una fabbrica in Burrell Road a St. Ives nei pressi della città universitaria di Cambridge, in Inghilterra. Il team originale includeva il progettista Allen Boothroyd, l’ingegnere Bob Stuart (entrambi ora alla Meridian) ed il progettista di diffusori acustici John Greenbank che in seguito fondò la Tangent Acoustics. L'azienda ha introdotto il preamplificatore AC1 ed il corrispettivo finale amplificatore AP1, poi i diffusori caricati a tromba HL1 ed SP1. L’ AC1, preamplificatore originale nello stile, era caratterizzato da un pannello orizzontale in vetro con i comandi identificati da  strisce sempre in vetro sottile colorato; il coperchio era connesso al telaio con nastro biadesivo. A causa della temperatura negli ambienti l'adesione del vetro non era buona, così successivamente nella fase produttiva questo fu sostituito da un unico pezzo in materiale acrilico. Invece di interruttori convenzionali nel AC1 si utilizzano dei magneti connessi ai controlli dei  cursore per operare poi su delle ampolle reed che applicano tensione a dei transistor FET utilizzati come interruttori. Questo è stato una soluzione molto buona, ma si è poi rivelata critica in fase  produttiva. In primo luogo tutti i FET dovevano essere selezionati ed abbinati in coppie e in secondo luogo  i magneti dovevano esser allineati magneticamente ai corrispettivi relè reed; questo è stato un processo lento e dispersivo. Il finale AP1 utilizzava un nuovo circuito push-pull e produceva un suono di elevata qualità molto apprezzato all’ epoca, ma questo amplificatore era affetto da problemi di affidabilità a causa dei driver transistor della GE. Il diffusore  HL1 era molto popolare a causa della sua efficienza e lo stile attraente, ma uscì di produzione nel 1974 e non venne mai più prodotto. L’ SP1 è un diffusore complesso e sofisticato per l’epoca, ma non ebbe allora una buona  popolarità nel mercato dell’ alta fedeltà e quindi la sua produzione cessò gradualmente. Questi prodotti Lecson erano ben recensiti nel Regno Unito e su alcune riviste francesi; inizialmente le vendite erano alte, soprattutto dopo che la coppia AC1/AP1 vinse il prestigioso Design Award del Regno Unito per il design industriale. Tuttavia le inefficienze di produzione hanno tenuto la società indietro fino al suo fallimento nel 1974. L'attività è stato poi acquistata come investimento da parte di un uomo d'affari indiano, il signor Singhania, la cui attività principale era l'acquisto e la vendita di prodotti come lo zucchero. I fondatori originali della precedente società affidarono a Stan Curtis, che allora era il direttore tecnico di Cambridge Audio, il compito di trasformare la società. Si assunse il manager dinamico alle vendite dalla Cambridge, Mike Harris, e con questi si misero al lavoro. Stan rapidamente sostituì il finale  AP1 problematico con  l’ AP1X più potente, ed introdusse il Lecson AP3 mk2  che  utilizzava un trasformatore toroidale della Plessey che contribuì ad una sostanziale  miglioria e sviluppava una potenza vicina ai 140 watt per canale. Alle nuove elettroniche  fece seguito il diffusore  LB1 Lynette, insolitamente compatto perché il deflettore era inclinato verso l'ascoltatore. Questi diffusori venduti in grandi quantità sono diventati il prodotto di maggior successo della Lecson. Poco prima del suo lancio doveva essere chiamato "Lecson Lillette" ma la fidanzata di Stan lo informò che il nome proposto era lo stesso di un prodotto sanitario per signore e così è stato cambiato in fretta in "Lecson Lynette". La Lecson ha anche introdotto il sintonizzatore stereo FM1, ed è stato un successo immediato. L’ FM1 aveva una fila di 40 LED per indicare la frequenza della stazione sintonizzata ma era stata anche prevista una unità opzionale per l’indicazione digitale numerica della frequenza, l’unità DR1 (inserita in un contenitore cilindrico di un AP1!). La DR1 riceveva il segnale di un oscillatore locale. Stan era appassionato di display digitali perché aveva progettato il primo sintonizzatore al mondo totalmente digitale per la Cambridge Audio. Ma solo pochi DR1 sono stati costruiti, mentre i sintonizzatori prodotti sono alcune centinaia; il progetto meccanico del display a LED è stato problematico sia in termini di produzione che in termini di affidabilità. Una delle parti più interessanti del design FM1 era l'alimentazione; nel sinto, a causa del basso profilo del contenitore, non vi era  spazio sufficiente per le dimensioni del condensatore di filtraggio, così si è fatto necessario l’utilizzo di un alimentatore stabilizzato. Fu progettando un alimentatore con  amplificatore a retroazione negativa (un semplice LM 741) per annullare l'ondulazione sulla linea di alimentazione e per dare una tensione senza ripple. Questo circuito ha un controllo in modo che l'ondulazione può essere completamente eliminata. Ha funzionato davvero molto bene. Come risultato del lavoro di risoluzione dei problemi è stato avviato un modello di seconda generazione, l' FM2, prima che arrivasse Stan Curtiss all’epoca progettista capo alla Mission electronics. In questa fase Lecson stava facendo affari molto buoni, con una base di vendita nel Regno Unito ed una buona esportazione in tutto il mondo. Tuttavia ci sono state alcune difficoltà negli Stati Uniti dove un ex rivenditore britannico, John Radford, aveva istituito a San Diego, nella California del Sud, la distribuzione della Lecson elettronica e diffusori Rogers (i famosi LS3/5A). John non aveva il supporto tecnico e nonostante il successo di vendita è stato inondato da prodotti difettosi come diversi AP1, che venivano restituiti per la riparazione. L’ AP1 aveva alcune debolezze di progettazione e così era difficile da riparare. Infatti, ad un certo punto, Stan Curtis si era recato negli Stati Uniti per un viaggio inizialmente di una settimana ma per poi passarne altre tre extra in quel paese per la riparazione di quegli amplificatori. Lecson aveva qualcosa come 30-40 rivenditori negli Stati Uniti e sono stati estremamente leali ed entusiasti dei prodotti. Stan successivamente completò la progettazione dell’ FM2 in qualità di consulente. Il progetto è stato in gran parte lo stessa dell’ FM1, ma la visualizzazione della frequenza è stato riprogettata come un modulo plug-in per semplificarne la produzione ed un nuovo modulo AFC (controllo automatico della frequenza) è stato aggiunto al circuito che risultava veramente efficace nel migliorare la sintonizzazione desiderata. Diverse centinaia di pezzi di questo sintonizzatore sono state prodotti nel corso dei successivi sei mesi. L'altro prodotto nuovo è stato, negli  Stati Uniti, un precursore della gamma di prodotti di fascia alta poi sviluppatasi in seguito. Questo è stato l’AP4 che era un grande finale realizzato in due  monoblocchi funzionanti in Classe A. Un amplificatore con una potenza di 60 watt in classe A e 100 watt in Classe AB con una corrente massima di uscita di oltre 30 ampere. Purtroppo quando Curtis ed Harris hanno lasciato la società non esisteva più nessun senior management ed il proprietario ha assunto la gestione della società. Le vendite sono così diminuite e la società è nuovamente fallita finanziariamente nel 1979. Stan Curtis divenne poi il proprietario di Cambridge Audio e quindi non aveva tempo da dedicare alla Lecson. Tutte le componenti rimaste invendute sono state cedute alla Armstrong di Londra che si era impegnata a mantenere le strutture di assistenza per i proprietari di apparecchi Lecson. Il marchio è stato poi sospeso fino alla metà degli anni '80 quando è stato acquistato da Paul Curtis Burell con la proposta di licenza per una marca di elettronica hi-fi che può essere prodotta in una fabbrica a circa 100 metri di distanza dalla fabbrica Lecson originale. Questi amplificatori MOSFET sono entrati in produzione e sono stati bene accolti, ma il fondatore fu colpito da una grave malattia a causa della quale morì pochi anni dopo; così di nuovo l'azienda annaspava. Infine, nel 2000, quando Stan Curtis in pensione in qualità di Presidente della casa di diffusori Wharfedale e della Quad, ha fatto rivivere il marchio su una serie di elettroniche moderne, tra cui lettori DVD e sistemi home theatre. Questi sono stati prodotti in Cina,  ma Stan ha avuto qualche coinvolgimento nel lavoro di progettazione e quindi di conseguenza sono stati favorevolmente recensiti e venduti in gran numero. Infatti dal 2001 il marchio ha riscosso successo nel Regno Unito nei magazzini Debenhams; questa catena di negozi ne ha poi acquistato il marchio al fine di produrre la propria gamma di prodotti elettronici di consumo. Ma sei mesi dopo Debenhams stessa è stato acquistata da un gruppo di privati ed i nuovi proprietari hanno deciso di uscire dal settore dell’ elettronica di consumo. La storia  della Lecson finisce qui per ora! La fabbrica Lecson era  composta da due unità produttive affiancate per un totale di circa 4.000 piedi quadrati. Nella parte anteriore c'erano gli uffici e una sola unità era stata dedicata alla produzione. L'altra unità è stata occupata dal team dei test, di ispezione ed allo stoccaggio. Generalmente la società ha impiegato circa 7 persone per la gestione e il personale amministrativo; una decina di addetti alla produzione e circa 7 persone per le prove, percentuale molto alta per la completezza dei test e per la natura in termini di tempi per le prove. L'attrezzatura era un mix di oscillatori e distorsiometri della Sugden e della Radford, analizzatori audio di buon livello per  quell’epoca. Come già accennato, i test e le misurazioni di routine erano completati con risultati per ogni unità per essere poi conservati. Insolitamente per un piccola azienda c'era una piccola camera anecoica, dove è stato testato ogni singolo altoparlanti con uno generatore di sweep per la  risposta in frequenza, per la verifica della sensibilità e del  controllo d' impedenza. La maggior parte della squadra di  dipendenti è rimasta costante dalla sua fondazione alla sua eventuale scomparsa. Va ricordato che la zona di Cambridge è stata per il Regno Unito una sorta di  "Silicon Valley" dell’ hi-fi. Cambridge Audio e Quad hanno rapidamente incoraggiato altre aziende attratte anche dalla disponibilità di manodopera qualificata, venditori esperti e sub-appaltatori. Nel corso degli anni altre aziende si sono diffuse nella zona fra le quali: Monitor audio, Lecson Audio, Lentek, Arcam, Mission; Meridian; Audiolab, Epos,  Avid e molti altri ancora...